La nuova legge sui coniugi

Il 1° gennaio 2018 è entrata in vigore in Danimarca una nuova legge che disciplina i beni dei coniugi.
La nuova legge comporta cambiamenti di grande importanza soprattutto per i matrimoni misti, a questo proposito le coppie italo-danesi.

Quando una coppia danese-italiana (o qualsiasi coppia in cui le parti non hanno la stessa cittadinanza o risiedono in due paesi diversi) decide di sposarsi, è molto importante determinare quale legge regola il rapporto patrimoniale tra i coniugi, in quanto le differenze nelle leggi dei paesi in caso di divorzio o di morte possono rivelarsi gravi conseguenze, e questo per di più nel momento in cui uno o entrambi i coniugi si trovano in una situazione difficile e dolorosa.

Legge applicabile prima del 1.1.2018

Prima dell’1.1.2018, la legge applicabile era che il rapporto patrimoniale tra i coniugi era regolato dalla legge del paese in cui il marito aveva la (reale) residenza al momento del matrimonio, e ciò si applicava anche alle coppie sposate che si era trasferito in Danimarca dopo il matrimonio e aveva vissuto in Danimarca per il resto della sua vita.

Ciò significava che il rapporto patrimoniale di una coppia sposata italo-danese, in cui l’uomo aveva la residenza (reale) in Italia al momento del matrimonio, era regolato dalla legge italiana.

Nel caso in cui l’uomo fosse domiciliato in Danimarca e la donna in Italia al momento del matrimonio, il rapporto patrimoniale era invece regolato dalla legge danese.

Il fattore decisivo era quindi la residenza e non la cittadinanza.

La legge attuale

Dopo il 1.1.2018, le regole sono state modificate con effetto retroattivo.

Secondo l’attuale ÆFL Section 64, la legge che si applica al rapporto patrimoniale tra i coniugi è la legge in vigore nel paese in cui entrambe le parti erano domiciliate al momento del matrimonio.

Nel caso in cui le parti fossero domiciliate in paesi diversi al momento del matrimonio, si applica la legge del paese in cui i coniugi avevano il loro primo domicilio congiunto.

Se i coniugi non hanno una residenza comune, ma continuano a risiedere in Paesi diversi anche dopo il matrimonio, si applica la legge del Paese in cui entrambi i coniugi hanno la cittadinanza.

Nel caso in cui i coniugi abbiano cittadinanze diverse, si applica la legge del paese con cui le parti hanno il legame più stretto.

Tuttavia, la legge danese si applica sempre se la coppia sposata ha vissuto in Danimarca negli ultimi 5 anni.
È ora possibile per i coniugi scegliere di lasciare che la legge del paese in cui uno di loro vive o è cittadino al momento del matrimonio regoli il loro rapporto patrimoniale, cosa che non era possibile con la legislazione precedente.

La scelta va fatta in sede di redazione del CONSIGLIO MATRIMONIALE. L’accordo prematrimoniale deve essere valido secondo la legge del paese che regola il rapporto patrimoniale tra i coniugi. Per gli accordi prematrimoniali stipulati in Danimarca, la validità è subordinata alla firma dell’accordo prematrimoniale da entrambe le parti e alla registrazione nel registro personale.

Differenze decisive nei rapporti patrimoniali italiani e danesi tra coniugi

Le differenze nella situazione finanziaria italiana e danese sono decisive, e la mancata conoscenza di ciò può portare a conseguenze molto gravi per una delle parti, spesso quella italiana.

Secondo la legge italiana, tutto ciò che i coniugi acquisiscono durante il matrimonio è patrimonio comune e deve quindi essere diviso tra le parti in caso di separazione e divorzio, mentre tutto ciò che i coniugi possedevano PRIMA del matrimonio, nonché tutto ciò che i coniugi acquisiscono durante il matrimonio come eredità e donazione, è di loro proprietà separata e non deve quindi essere condivisa in caso di separazione o divorzio, a meno che il testatore o il donatore non abbia deciso diversamente nel testamento o nel documento di donazione.

Secondo la legge danese, invece, tutto ciò che i coniugi possiedono, sia ciò che è stato acquisito prima e durante il matrimonio sia ciò che è stato acquisito a seguito di donazione o eredità, è proprietà comune e deve essere divisa in connessione con separazione o divorzio.

Tuttavia, sono esclusi:

  • Cosa si acquisisce per donazione o testamento, se il donatore o il testatore ha deciso che tutto ciò che gli eredi ereditano da lui o ricevono in dono è proprietà separata
  • Pensioni con pagamenti regolari
  • Diritti di natura personale che, per loro natura, non sono divisibili
  • Danni
  • Manutenzione percepita dall’altro coniuge

Se i coniugi desiderano modificare la disposizione di cui sopra, devono redigere un accordo prematrimoniale.

Il seguente esempio può illustrare il problema:

Antonio, cittadino italiano residente in Italia, sposa Gitte, danese, e dopo il matrimonio si trasferiscono in Danimarca.
Un avvocato spiega loro che la loro comunione dei beni è regolata dalla legge italiana, in quanto Antonio era domiciliato in Italia al momento del matrimonio.
Questa risposta è cruciale per Antonio, in quanto la sua famiglia possiede alcuni immobili in Italia, che devono “rimanere in famiglia”, cioè che le proprietà debbano essere ereditate da Antonio e successivamente dai suoi figli.

Pertanto, Gitte e Antonio decidono di NON scrivere un accordo prematrimoniale. I genitori di Antonio vengono a mancare e Antonio è ora proprietario di immobili in Italia di notevole valore. Il matrimonio con Gitte non è più felice e la coppia decide di divorziare.

La domanda di divorzio verrà inviata dopo il 1.1.2018.
Una noiosa sorpresa attende Antonio, però. La risposta a suo tempo ricevuta dal suo avvocato non è più valida: i beni della coppia sono ora regolati dalla legge danese, e quindi tutto ciò che le parti possiedono, sia quello acquisito durante il matrimonio sia quello che le parti possedevano prima, è ora considerato conclusione di il matrimonio, così come tutto quanto ricevuto per eredità e donazione, in comproprietà, e quindi tutto ciò che Antonio possiede in Italia deve essere diviso con Gitte in caso di divorzio.

Purtroppo pochissime coppie italo-danesi si rivolgono ad un avvocato prima del matrimonio, ma solo in caso di divorzio quando ormai è troppo tardi per evitare simili situazioni molto spiacevoli, che per molte famiglie italiane è un vero incubo.